mardi 22 février 2011

Review on Aristocrazia webzine ( italian )

La formazione francese dei Modern Funeral Art ha ormai raggiunto ed oltrepassato il decennio di carriera, quest'anno ha rilasciato tramite autoproduzione il secondo disco intitolato "Doom With A View".


La musica ha fatto un netto passo in avanti rispetto a un "Hellfire" dove gli spunti interessanti non mancavano di sicuro ma che ancora era privo di una maturità artistica definita.

E' un lavoro che concilia la potenza classica del doom nelle sue aperture più ampie a melodie riflessive e distensive, costellato da stilettate tendenti a un grigiore che richiama certe atmosfere dei Katatonia.

Il sound è devoto a formazioni quali potrebbero essere i Pagan Altar o i Witchfinder General, quelle che seppur rimaste incastrate per motivi sconosciuti nell'underground di culto senza divenire maestri hanno però appreso ed elaborato al meglio la lezione impartita da Black Sabbath, Black Widow e dalle band occult rock storiche come i Coven.

Un viaggio intimo eppur possente quello che viene scandito dalle note insite in "Doom With A View" dove non vi sono passaggi dominanti, la sua compattezza e animo rendono fondamentale l'ascolto di tutte e nove le tracce per avere coscienza completa dell'album.

La voce straniante di Arnaud col suo timbro alle volte sgraziato e quasi irriverente nella pronuncia bene s'accosta alle composizioni, è difficle scegliere un brano di spicco, è facile al contrario lasciarsi andare ed essere sedotti dalla beltà di una "Sol Invictus" o una "Mary Jane Kelly" nelle loro esposizioni complicatamente semplici.

Il platter si snoda con una naturalezza invidiabile trasportando l'ascoltatore con sè, ogni attimo è una scoperta, un qualcosa in più che questi artisti ci regalano.

Con "Dante In The Dusty Woods" i ritmi si fanno più arcigni e propensi a indurire il sonoro, vi è una vena che potrebbe essere riconducibile ad alcune scelte di Akerfeldt e soci anche se la scorrevolezza sembra quella di un certo stile darkwave ottantiano, carico di piglio e accattivante nel gusto.

La triade che compone il "Deathcode Of The Devil Whorshippers" (Codice Di Morte Degli Adoratori Di Satana) formato da "Friends Of Hell", "Suicide Pact" e "Around The Graves" è da considerarsi chiaramente come unico percorso di cui fruire.Gode di varie sfaccettature vocali, un riffing interessante e la batteria ha un ruolo importante nella sua evidente espressività.

Arrivare in fondo al disco è stata cosa piacevole, tocca a "The Dance" salutare l'ascoltatore con le sue note designandone una conclusione degna.

La formazione è in piena forma, ispirata, non lascia buchi nè soluzioni al caso, piazza canzoni una più bella dell'altra passando da fasi acustiche a fasi intraprendentemente volitive ad altre ancora chiaramente oscurantiste, hanno bisogno d'essere vissute in on air.

Il lavoro fatto dagli strumenti è di gran valore, intrecciano e ricamano trame complesse riuscendo comunque ad arrivare con una semplicità quasi disarmante, se della vocalità di Arnaud (basso/voce) ho già accennato è giusto tessere le lodi anche di Benoît Sangoï (batteria) e Pascal N'Guyen (chitarra), trio affiatato e che sa decisamente quello che cerca e che vuole ottenere.

Se aveste bisogno di un riparo musicale in una giornata uggiosa che v'accompagni e contemporaneamente vi dia la carica, beh "Doom With A View" fa decisamente per voi.

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